Capricorni Pneumatici – Variants
Registrato in una sola giornata a fine agosto 2022, Variants è un’opera compatta ma stratificata, in cui i Capricorni Pneumatici affrontano con lucidità chirurgica il concetto stesso di “variazione” – musicale, biologica, politica. Il titolo è già un programma: allude alla forma classica della variazione sonora, ma si carica anche di senso nel suo rimando alle “varianti” virali, quelle che negli ultimi anni hanno invaso il lessico pubblico, mediatico, e ideologico. Il disco prende in prestito questi frammenti di realtà e li riformula attraverso il linguaggio del suono. Ogni traccia è una mutazione di elementi già esplorati in precedenza dal collettivo, ma qui resi irriconoscibili: un lavoro di ricombinazione che non si limita alla forma, ma arriva a toccare il senso stesso dell’identità sonora. Il risultato è un organismo inquieto, mai stabile, che respira attraverso field recordings manipolati, texture digitali fratturate, battiti interrotti e armonie deviate. È musica che sembra parlare una lingua mutante, in bilico tra il presente e un futuro contaminato. In questo senso, Variants non si limita a essere un album. È una condizione sonora, un paesaggio costruito su ciò che resta dopo la frattura. Non rientra in alcun genere codificato, ma ne costruisce uno proprio: post-industriale pandemico, non tanto come etichetta quanto come atmosfera. L’ascolto è attraversato da una tensione costante, come se ogni suono fosse una domanda trattenuta, o una diagnosi senza referto. La scelta di intitolare le tracce con nomi di presunte varianti virali sottolinea l’intento critico del progetto: non denuncia, ma smascheramento. Dietro ogni “variante” si intravede l’ombra della narrazione dominante, l’ambiguità del dato scientifico usato come strumento di controllo o confusione. La musica diventa così il luogo in cui queste forme si dissolvono e si trasformano. Decisivo, in questo processo, è il contributo visivo di HinnyMower, artista che ha già collaborato con CP (in Erivar e Dissections) e che qui firma immagini potenti, visionarie, precise. Le sue illustrazioni non spiegano il disco, ma lo amplificano, proiettando su di esso un’estetica biologico-allucinata che riflette – e distorce – la paranoia contemporanea. Le sue creature ibride, i pattern pseudo-virali, le fantasie di pericolo, fanno da controcanto visivo alla trama sonora del disco, in un gioco di specchi tra reale e costruito. Variants è un disco che interroga, più che accompagnare. Richiede attenzione, ma restituisce prospettiva. In un tempo saturo di versioni ufficiali, propone la sua personale mutazione: sonora, visiva, politica. Una variante necessaria.
Caesar (Ver Sacrum) 6/05/2025