LA1919 – Ars srA (Italian language)
Nei numeri scorsi abbiamo già segnalato alcuni lavori della ADN rimarcando il ruolo di guida che l’etichetta milanese sta prepotentemente assumendo nel campo della musica meno convenzionale. Nel corso di tre/quattro anni l’attività è stata intensissima: circa 30 cassette (le più recenti ad opera di Ricky Schouten e Cranioclast ) tre LP’s nella colonna A Dull Note (lavori di taglio “cruento”) e sei in quella Auf Dem Nil in cui è inglobata la collezione “Paesaggi Sonori” (in tal caso le pubblicazioni sono orientate verso sonorità di stampo elettro-acustico e contemporaneo.) Le ultime uscite colgono ancora una volta nel segno, proponendosi come papabili candidate alla palma di realizzazioni nazionali più intelligenti e personali dell’annata. Tra i lavori targati Auf dem Nil, “Ars srA”quello che più si avvicina alla prassi del “free-rock” europeo , cioè quelle esperienze di musica radicale il cui imprescindibile punto di riferimento va sotto il nome di “Rock in Opposition” (non dimentichiamo che ADN è la sezione italiana della Recommended Records di Chris Cutler e Nick Hobbs.) Sebbene la pratica di chi preferisce la forza dei contenuti alla caducità delle forme esteriori risulti oggi ancor meno gratificante che in passato, il disco di Chianura e Margorani giunge a ribadire che un certo tipo di sensibilità e la sperimentazione di percorsi evolutivo – improvvisativi non sono tramontate, semmai il duo riesce a dare un taglio più incalzante e moderno a concetti sonori che hanno comunque sempre trovato terreno fertile nella nostra penisola ( si vada con la memoria a gruppi come Area e Stormy Six – non a caso Franco Fabbri viene citato nei credits di copertina – e alla Cooperativa L’Orchestra.) Per di più, ricerca e urgenza di esposizione sono perfettamente bilanciate dal momento che La 1919 mostrano di possedere una scintillante verve strumentale e la opportuna destrezza nel lavoro di campionamento e manipolazione, qualità che consentono loro di realizzare un disco incredibilmente ricco e cromatico, reso ancora più alettante dalla collaborazione a distanza con Henry Kaiser, uno dei più fervidi talenti in circolazione ( si ascoltino il lavori su Metalanguage da solo o in coppia con Fred Frith) che presta la sua limpidissima scrittura musicale nell’elaborazione delle prime 4 composizioni della seconda facciata (oltre al “geniaccio” di Oakland, intervengono in qualità di collaboratori John Oswald, Fabio Martini e Angelo Avogadri).
Nicola Catalano – Urlo – Dicembre 1987
The starter Una Giornata Particolare is a bit like starter track for L’enorme Tragedia. Aksak Maboul comes still first into my mind. Also a bit KING CRIMSON’s more electronically oriented experiments. But some sections rise and fall irritatingly, and sounds even like someone has just been introduced into making music with some computers, for example the hi-hats are awful. (2.) Il Sogno Di FF – slow rhythm, noise; (3.) Tenda Rossa – ambient; I don’t want to listen this music anymore. If these are experiments, they are one of those numerous living tests that are doomed to be died. (4.) Killing Time is repetitive short track in a mood of Etron Fou Leloublan, for example. Still: Nothing. (5.) Vivace! – nicely astonishing electronic experiment. This is what you can play for people who (don’t) want to know how hardcore you are. (6.) Underwater Photography – well, it seems in this phase that this is some kind of art of sickening. Or maybe it’s just the sound that isn’t so comfortable. (7.) resiaKyrneH is breathing out strongly and in a nice speed, but of course it’s played reversed. The latter part of the song is more Dark and instrumental, with nice high quite random voices (well, slower timed than the drums etc in background). Very nice. (8.) Hawaii 5.0. – here the awful sound combined to some kind of Hawaiian mood makes it more funny, self-ironic (with 5.0 in the name) and more earth-oriented theme in a ridiculous form. (9.) Progetti Di Grandi Città Con Terrazze is slower and a bit warm, also somehow scary (and reminds me of PFM’s Agua azul from album Stati di immaginazione), and there’s Something in this song. I don’t mean it’s good (but not bad). (10. Il Margine continues the hard-edged policy – “hard” and repetitive. The rhythm’s in the album are a bit unusual, but I think they just don’t offer almost anything for avant-garde lovers. The album is a bit like their previous, L’enorme Tragedia, which is more warm and accessible (even krautrock). So the experimentalism in this album seems to be more in the awful sound etc, and so it sounds too experimental, though it’s not very progressive. (11.) Gli Eroi De Lavaro is nice piece. Like classical music glued together with broken electronic cartoon. Gasping and more in the name of chamber rock. It is also maybe the most diverse track here. Also tracks 5 and 7 and maybe the first, longer track are what I might appreciate. I’d like to give even one star, but maybe I’ll go with 2 because of the last song (that even isn’t so special, but I like it very much).
ProgArchives
October 14, 2008